“Nella nostra voce tutto diventa favola, perché in essa nulla di reale può accadere.”
(Le storie del buon Dio, R.M. Rilke)
“Nel mondo delle fiabe si accede per i sentieri dei sogni”
(Aborigeni indiani)
Kam ma kam è l’incipit delle favole arabe: si tratta di una parola magica che evoca un mondo che c’è eppure non c’è, dove tutto è possibile, entro cui si può finire semplicemente andando al bazar o portando alla nonna un bel cestino.
Cecilia Gatto Trocchi (antropologa e scrittrice) sottolinea come sia sorprendente e sconcertante la disseminazione, in tutte le parti del mondo, degli stessi motivi fiabeschi e degli stessi temi narrativi. […] Ciò che è comune alle fiabe del mondo sono i “motivi vaganti”, elementi minimi narrativi che si riscontrano nei racconti più disparati e la cui articolazione da origine al tema favolistico. Tali elementi minimi significativi vagano da un racconto all’altro, da un ambito ad un alto. […]
Troviamo questi elementi in ambiti veramente lontani e remoti gli uni dagli altri. […]
Rintracciare questi motivi vaganti significa stabilire un contatto importante tra culture a volte molto distanti e può essere un ottimo sistema per iniziare a comunicare, sostiene Dario Amadei, tracciando alcuni esempi che ci piace condividere con voi.
- Boschi magici e foreste misteriose
la foresta misteriosa (antica fiaba russa); la foresta degli spiriti (fiaba africana); Hansel e Gretel (Fratelli Grimm); Varisio e Cioccadoro (Dario Amadei in Astutillo e il potere dell’anello)
- Scia di oggetti per trovare la strada e teste mozzate
il lince seduttore (fiaba dell’America settentrionale); Pollicino (Fratelli Grimm)
- Metamorfosi
il ragazzo lontra (fiaba venezuelana); Astutillo e il potere dell’anello (Dario Amadei, Astutillo si trasforma in topo); il principe ranocchio (Fratelli Grimm); l’uomo lucertola (fiaba della Melanesia)
Quello che ottimisticamente spero è che dalla lettura di una favola di un popolo particolare possa nascere la curiosità, la spinta alla conoscenza del popolo stesso. Chi sono questi Ila, o questi Batonga, o questi aborigeni australiani che raccontano storie così straordinarie e così simili a quelle che si sono sempre ascoltate?